Meno noti agli appassionati di prog italiano rispetto ad altri ben più osannati colleghi, i piemontesi Dedalus sono tra le formazioni più audaci – e di conseguenza, progressive nel vero senso del termine – degli anni ’70, specialmente nella prima metà di decennio, quella che li ha visti pubblicare i loro due primi LP “Dedalus” e “Materiale per tre esecutori e nastro magnetico”. Mentre il primo album si manteneva su coordinate jazz-rock, esplorate insieme ai connazionali Perigeo, il successivo fu un lavoro di rottura col passato, in una parola: avanguardistico. Non abbiamo perciò timore nel posizionare i Dedalus di quegli anni sullo stesso livello di coraggio e sperimentazione dei ben più noti Area di Demetrio Stratos.
I due LP citati sono solo una parte di questo lussuoso cofanetto che, in una veste grafica che richiama la storica copertina di “Materiale per…”, contiene l’intera produzione in studio dei Dedalus, in ogni loro formazione, dalle origini fino al 2015. Non mancano perciò gli ormai introvabili “Pezzi ’75-76” e “Pia Visione”, a cui si aggiungono gli inediti “Pezzi ’94”, la lunga e recente “Dedalus-Ricercare n.1” e “Due estratti dal Concerto al Palasport di Torino (1 maggio 1975)”: quest’ultimo, pur trattandosi di una registrazione dal vivo, dà l’idea di cosa potesse significare assistere a un concerto dei Dedalus nel loro periodo di massima sperimentazione.
Alla parte audio, distribuita su quattro CD, si aggiunge quella visuale e narrativa: il cofanetto contiene anche un vero e proprio libro che racconta la storia del gruppo dal punto di vista dei principali protagonisti, il tutto condito da numerose fotografie inedite. “Le Ricordanze” è, in conclusione, il documento e la celebrazione definitivi di una tra le più creative formazioni partorite dal panorama musicale italiano.