“La Bella è la Bestia” è un concept album di rock progressivo che, partendo dalla favola nella versione di Leprinde de Beaumont del 1756, cerca semplicemente di guardare alle azioni e ai personaggi da un punto di vista diverso, attraverso gli occhi dell’uomo contemporaneo, con i suoi sensi di colpa, i suoi moti di invidia, i subdoli giochi della coppia e le conseguenti vendette.
I personaggi (Bella, la Bestia, il padre di Bella, le sorelle di Bella, la Rosa e il Narratore) si alternano tra i brani del disco con timbriche vocali, alcune volte caricaturali, altre invece con modulazioni che cercano di illuminare i lati oscuri delle identità in gioco.
Svetta ed esce illesa da ogni attacco musicale e verbale la Rosa, simbolo di bellezza pura, di unicità e di completezza. La Rosa è nella nostra rilettura l’elemento che riunisce in sé il concetto di bellezza e di bestialità; tale concetto è completo e tutto tende ad esso.
I personaggi rappresentano invece soltanto una parte delle virtù della Rosa; essi usano il fiore per colmare il proprio lato oscuro inserendolo in vortici di vicende e passioni. A differenza della Rosa, non basteranno mai a se stessi, e mai stabiliranno un rapporto di equilibrio con ciò che li circonda se non unendosi in rapporti “patologici” nei quali sfogare le proprie tensioni. La Rosa quindi, nella sua unicità, sublima in sé ogni cosa e pone un accento sui dubbi e sugli atteggiamenti sociali della nostra cultura occidentale.
(Riccardo Ruggeri)