CD papersleeve
Cat. No.: AMS270CD
Barcode: 8016158327038
1.Il mondo dei pensieri
2.Il corponauta
3.Silenzi
4.Specchio
5.Pioggia
6.Volare via
7.La Stanza dei Ricordi
8.Addio al corpo
9.Il volo
10.Deserto
Pt. 1 - Lento
Pt. 2 - Desertica
Pt. 3 - Petali di rose
11.Il gran finale
Il Paradiso degli Orchi è una giovane band di Brescia attiva dal 2010. Il loro genere è un crossover di diverse influenze; progressive rock, psichedelia, pop, indie, atmosfere cantautorali, profumi etnici, elettronica. Hanno esordito nel 2011 con un album omonimo e nel 2014 hanno cominciato a lavorare su un progetto particolare e coraggioso. Nel periodo citato la band è entrata in contatto con il musicista e produttore Fabio Zuffanti (nume tutelare del nuovo prog italiano) che, affascinato dal progetto, ha lavorato a stretto contatto con i musicisti per aiutarli a sintetizzare le idee, definire le canzoni, scegliere i giusti suoni e immortalare il tutto al meglio su nastro. Il risultato di tutto ciò è “Il Corponauta”.
L’album è un concept ispirato dal libro omonimo di Flavio Emer, scrittore affetto da distrofia muscolare sin dalla nascita che grazie a un computer era riuscito a trasformare la sua disabilità in comunicazione. La sua capacità di vivere la fantasia in un’infermità fisica ma non mentale lo aveva portato non solo a scrivere libri ma anche a collaborare con il Corriere della Sera. “Il Corponauta” racconta – nelle stesse parole del suo autore – “la storia di un pensiero che scende da un altro pianeta ed entra in un corpo disabile, come un giornalista, e li scoprirà che, nonostante lo spirito voglia andarsene lontano dai limiti, alla fine ha bisogno di questo sgangherato corpo per poter produrre qualcosa che si possa trasmettere alle altre persone”.
Il Paradiso degli Orchi ha magistralmente trasferito il messaggio di Emer in musica e parole, ovvero qualcosa che non teme barriere. A volte l’amore per gli Yes esce fuori prepotente, altre volte sembra di assistere a una jam tra i King Crimson e i Perturbazione, altre volte ancora siamo condotti in danze che sfiorano i Jethro Tull, i Flamig Lips, i Muse e gli Ozric Tentacles. Queste però sono solo sensazioni, spesso infatti è assai difficile fare un reale confronto tra il PDO e altri artisti perché il gruppo bresciano è realmente unico e originale in questi 79 cangianti minuti di musica e sensibilità.
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