In quanto autrice di uno dei massimi capolavori del rock progressivo italiano, “Forse le lucciole non si amano più”, la Locanda delle Fate è decisamente – e purtroppo – meno nota ai più per aver realizzato, a cavallo tra il secolo scorso e quello attuale, un secondo full-length dal titolo “Homo Homini Lupus”.
La line-up è quasi la medesima di “Forse le lucciole…” e consiste nei cinque membri storici:
Oscar Mazzoglio – tastiere
Enzo Vevey – chitarra e voce
Alberto Gaviglio – voce, chitarra acustica, flauto
Luciano Boero – basso
Giorgio Gardino – batteria
Ben poco senso avrebbe avuto registrare una replica del debutto a oltre venti anni dalla sua pubblicazione. Con “Homo Homini Lupus” la Locanda ha preferito aggiornare le proprie sonorità verso lidi più moderni, senza però perdere per strada il feeling alla base delle proprie composizioni. Chitarre e tastiere suonano decisamente più (hard) rock, ma questo non significa che la qualità dei brani si sia abbassata: la ricerca musicale, anzi, è molto più varia che in passato, con sprazzi di musica folk, world, etnica e new age.
La produzione, infine, leggermente più fredda rispetto a quella dei gloriosi anni ’70, ben si amalgama con dei testi di profonda critica sociale.
Un album da riscoprire, riedito oggi su AMS in CD e LP.