Forse non tutti sanno che, in veste di tastierista, Luciano Basso fece parte per breve tempo della leggendaria formazione Il Mucchio, dalla pubblicazione dei loro ultimi 45 giri fino a poco prima del loro scioglimento nel 1975. Di lì a poco, l’anno successivo, esordì in veste solista sulla lunga distanza con il bellissimo LP “Voci”, seguito da due altri lavori nel ’78 (“Cogli il giorno”) e nel ’79 (“Frammenti tonali”). A oltre due decenni di silenzio è infine seguito, all’inizio del terzo millennio, un ritorno discografico ufficiale, una ripresa dell’attività musicale che prosegue tutt’ora.
Sempre attento e focalizzato sull’elemento classico delle proprie composizioni, Luciano Basso ha reso sempre più essenziali, non nella struttura ma negli arrangiamenti, i suoi lavori, e colleziona con questo “Open” altre undici tracce per piano solo nate, nelle parole dello stesso Basso, da “interminabili, tormentati e sofferti giorni di scrittura musicale, senza dimenticare l’aspetto emozionale, producendo una vera simbiosi tra il prog e il classico moderno; principe di tutto è il continuo gioco tra le diverse pulsioni ritmiche, con vari cambiamenti timbrici e melodici. Alla fine si può definire, presente in alcuni brani, un ‘diverso nuovo insinuarsi’ di luce neoprog-classica”.
“Open” è quindi un titolo per niente casuale: è un disco, infatti, in cui Luciano Basso rivela ai propri ascoltatori la vera essenza della propria arte. Un lavoro emozionante, che non lascerà indifferente chiunque vorrà prestarvi attenzione.