I Pholas Dactylus hanno realizzato, con “Concerto delle Menti”, un esempio unico di progressive d’avanguardia contenente solo parti vocali recitate, che può piacere a chi cerca qualcosa di inconsueto anche per l’ottima qualità della base musicale. L’album contiene un’unica suite divisa nelle due facciate senza interruzioni, e da esso fu tratto anche un raro 45 giri.
Originari della provincia di Milano, i Pholas Dactylus si formarono intorno al 1972 per iniziativa del chitarrista Eleino ‘Lello’ Colladet, di Vimercate, proveniente dai Macus 67, che mise insieme il gruppo partendo dal bassista Rinaldo Linati e aggiungendo poi Valentino Galbusera e Giampiero Nava, da un altro gruppo beat locale, i Puritani (in cui militavano due futuri componenti dei Dalton). Per ultimi arrivarono l’altro tastierista Maurizio Pancotti ed il poeta/compositore Paolo Carelli, i cui testi surrealisti vennero recitati dallo stesso Carelli anziché essere cantati.
La prima rappresentazione del Concerto delle Menti fu proprio nell’inverno 1972, a Cornate d’Adda. Il gruppo ebbe un’ottima attività live, suonando anche come spalla ai tedeschi Amon Düül II ed in alcuni festival, e il loro LP uscì nel 1973 per l’etichetta genovese Magma.
La base musicale è intensa e ipnotica in alcuni passaggi, anche se le parti parlate possono essere a tratti noiose. Un disco interessante e da ascoltare, la bella copertina è di Caesar Monti.
Lo scioglimento del gruppo arrivò verso la fine del 1973, problemi di salute e finanziari impedirono loro di andare avanti, un peccato dopo le ottime recensioni delle riviste specializzate.
(fonte: www.italianprog.it)